Se fossi un troiano, sarei Cassandra. Chi se ne frega degli eroi esagitati con tutte le loro fisime da Dei convinti che ostentano sapere, volere e tenacia? Sai che noia! Io voglio la resa davanti all’evidenza. Il miracolo senza cui non si puo’ stare. Io voglio un altare di pietra e pelli di bestie scannate. Conciate. E grezza, la lana, voglio intorno al collo. Voglio i velli e i confini del non ritorno. Voglio crescere come l’edera sui muri, voglio improvvisamente comparire. Come la bellezza sa fare, come tutti fingono di capire. Hai davanti quattro carte questa notte, ognuna e’ un destino. Ci sono quattro tarli diversi, c’e’ il fuoco del camino e Cassandra si piega in avanti e sorride allungando la mano. Prende dal tavolo un foglio di carta e i colori, e saluta con lo sguardo distratto. S’affaccia sospesa sul pozzo, infinito. Socchiude le labbra, non ha piu’ saliva. E qualcosa le parla, e’ una voce, sicuro, ma bisognerebbe provare. Qualcuno crede che attinga, mentre lei strilla, perche’ e’ la sua stessa vita a farle cosi’ tanto male. E nessuno la stima. Nessuno le dà retta. Nessuno le bacia la bocca rossa come la terra. Nessuno la trapassa senza lasciare impressioni, niente l’attraversa abbastanza in fretta. Cassandra ha gli occhi svelti che accolgono il tempo, e la neve e la legna e i turbini grigi sulla sciarpa, prima ancora che arrivi l’inverno.

Leave me alone, Cassandra


(immagine di copertina: Francesca Anita Modotti)

lunedì 30 gennaio 2012

ESTETICA DELLO SCONTRO


(foto dal web)


Spregevoli pietre blu cobalto arricchiscono e non di poco l'afosa mattina viterbese. Pieghe meno repentine e tuttavia altrettanto scabrose, prendono gli eventi senza interrogazioni parlamentari, in apparenza senza neanche circolari redatte da uffici del catasto, senza timbri o firme di alcun ufficio della direzione scolastica. I bambini si recano negli edifici fatiscenti, più o meno come farebbero i polli alla sera, per andare ad aspettare la volpe. Tutto passa come consueto, come la vicenda che ovvia si dipana sullo schermo. Per anni e anni, lezioni e lezioni. Manzoni. Sempre lui, sottobraccio a Dante, alza un dito e lo fa roteare. Quell'altro, intanto, il Sommo, punta l'enorme naso sul verde lavacro lavandaio e ammicca. La scelta non esiste. A colazione Deborah ha mangiato pasticcio di castagne e bollito di porco. L'assistente sociale è passata come l'odore del tabacco da pipa di suo nonno. Dalla finestra. E c'è Leopardi, anche lui, insieme alla sua ginestra. Dice che il tempo è questo, che l'uomo arcigno caga chiodi e non se ne meraviglia. E a noi? A noi cosa importa della figlia? Cosa importa dei testi, degli interrogatori, dei famosi obbrobri scalcinati che imbrattano fogli di compensato e muri? A noi basta il lago, la domenica, il pallone. A noi basta chiedere la notte al sole. Basta avere il tempo di marinare le alici. Un posto da cui evadere, e siamo felici, amici, principi di tutto il creato. E no, non abbiamo bisogno d'altro che di un culmine da cui discendere. Di una bottiglia da riempire. Di un vetro infranto.

ps
grazie a Sucre per il suo "verde lavanderia"

11 commenti:

  1. Inevitabile... corso degli eventi, che scivola sulle vesti senza macchiarle. Comincio a detestare le lavanderie, e anche il verde. Ma non mi basta il lago e neppure la domenica... per fortuna. ( in effetti le bottiglie sono da riempire).
    NB: E' vero! gravissimo!!! ma poteva andarmi peggio... da te. :-))) (sucre)

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    1. ho appena letto il commento di un mio amico ad un link dal titolo "io, spacciatore diventato sacerdote". e il commento e'.... al peggio non c'e' mai fine :))))

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  2. e se i bambini si ribellano arrivano gli assistenti sociali che mangiano chiodi e li ridistribuiscono, per fortuna un giorno alcuni prendono coscienza e senza aver meditato come Gautama!! (angela)

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    1. grano rosso sangue :) (a Cassandra quel racconto fa paura...)

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  3. No è che più che altro sono rimasta colpita dalla colazione ..li mortè!

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    1. scommetto che per tua figlia in frigo c'e' ogni mattina qualcosa di adeguato... :)

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  5. ...desiderare un posto da cui evadere è già ritenersi prigionieri....

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    1. tra le cose che lasciano perplessi, c'e' anche questa.

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