(Immagine Eri Haka)
Si
nascondono, nei versi scaltri, significati e ombre parallele alle nostre
ombre di infanti. Sui meriggi autunnali, invece, s'illudono sagome di navi
e di viandanti innocenti. Apocalissi impolverate, remote, nucleari,
minacciose, collassano e s'inchinano alla notte come platani scappellati
dal vento inclemente.
Vedi? Ogni
silenzio ha il suo contrario.
L'urlo
sordo s'inceppa su un ramo e scavalca il limitare di un borgo incantato.
Mi segui? Guarda diritto davanti a te, lì dove il macabro segno di
passaggi smunti descrive il declinare dei verbi e dei nomi. Il greco,
l'aramaico, il latino, te li ricordi? Ecco: muoiono le lingue. Scritte,
parlate, felpate, secche e bagnate. Anche quelle, sì, anche quelle
bagnate. E nel silenzio generano opposti precisi come api operose, o pinne
di squalo, o vispe serpi nascoste tra i cespugli del prato.
Azzerami.
Fai che non ci sia per me più nessun guadagno. Poiché lì dove poso lo
sguardo, un'immagine cruenta s'avvinghia e spaventosa mi rende omaggio. Ed
io? Indifferente ci ballo, mi ciondolo, svanisco come fossi l'inverno
quando arriva marzo.
E' che da
troppo tempo solo con essa convivo. E' che di notte sento ululare i cani,
e ormai chiamo silenzio, questo incessante delirio.
...un silenzio da incubo...
RispondiEliminaCiao grande Kap...
diro' a Cassandra di tenersi piu' leggera a cena... :)
Elimina...o di non bere il rossese di Pascalin ;-)
RispondiElimina...non appena ci giriamo, lei scola il bicchiere. e' tremenda.. :)
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