Se fossi un troiano, sarei Cassandra. Chi se ne frega degli eroi esagitati con tutte le loro fisime da Dei convinti che ostentano sapere, volere e tenacia? Sai che noia! Io voglio la resa davanti all’evidenza. Il miracolo senza cui non si puo’ stare. Io voglio un altare di pietra e pelli di bestie scannate. Conciate. E grezza, la lana, voglio intorno al collo. Voglio i velli e i confini del non ritorno. Voglio crescere come l’edera sui muri, voglio improvvisamente comparire. Come la bellezza sa fare, come tutti fingono di capire. Hai davanti quattro carte questa notte, ognuna e’ un destino. Ci sono quattro tarli diversi, c’e’ il fuoco del camino e Cassandra si piega in avanti e sorride allungando la mano. Prende dal tavolo un foglio di carta e i colori, e saluta con lo sguardo distratto. S’affaccia sospesa sul pozzo, infinito. Socchiude le labbra, non ha piu’ saliva. E qualcosa le parla, e’ una voce, sicuro, ma bisognerebbe provare. Qualcuno crede che attinga, mentre lei strilla, perche’ e’ la sua stessa vita a farle cosi’ tanto male. E nessuno la stima. Nessuno le dà retta. Nessuno le bacia la bocca rossa come la terra. Nessuno la trapassa senza lasciare impressioni, niente l’attraversa abbastanza in fretta. Cassandra ha gli occhi svelti che accolgono il tempo, e la neve e la legna e i turbini grigi sulla sciarpa, prima ancora che arrivi l’inverno.

Leave me alone, Cassandra


(immagine di copertina: Francesca Anita Modotti)

venerdì 5 ottobre 2012

A FUNGHI



(Immagine presa qui ----QUI!)

Ci sono fatti umani uguali ai funghi, che sbucano tra pioggia e sole, in autunno, lì dove si vive alla giusta altitudine. E senza spostarsi nel buio della valle ne’ sul nudo del nevaio, capita che esistano fatti umani identici a ricci di castagna, e che molti altri somiglino alla rosa canina con le bacche rosse in fiamme. E che ne esistano persino di simili a crassi tronchi di quercia spezzata. Tagliata anzi, larga e tonda da usare come tavolino per un tressette, tu e il morto, lì dove i raggi filtrano poco.
Così capita di sedersi allo stesso tavolo e di fissarsi a lungo le mani. Ognuno le sue. 
Intanto magari persino si pensa. Si pensa a come sia impossibile. Impossibile che lì intorno nulla risulti commestibile. Al non-saper-vedere, si pensa, e che bisognerebbe imparare. Sperimentare. Mangiare anche i sassi. Emanciparsi. 
La malattia credo sia congenita, forse ereditaria, o se contratta, contratta in età precoce attraverso le vene, o forse attraverso qualche altro perduto viale d’accesso al meriggio in cui cadi dal letto assonnato e ti accorgi che nulla è cambiato, che non può cambiare. 
In ogni caso acceleri, freni, rallenti, ti scordi del perché hai cominciato. E intanto tutto torna, tutto assale, tutto scomunica.  Alle corde. 
Alcuni giocano alla povertà, pensando che anche quella sia un’immagine e basta. Una come le altre. Un bianco e nero trito e ritrito di Vittorio De Sica. Non si sa bene quale pasta componga certa sostanza, da che si vive azzerati, monitorati, auto-corrotti e auto-controllati. Altri hanno invece già capito che la povertà non è un rave party -nuotare tre giorni nel fango spacciando catrame, col lunedì lì fermo al pascolo del futuro, e nemmeno è l’assicurazione a una boa, a un cavitello in cala dello Spido, a San Domino, nell’Adriatico - tuffo nel mare smeraldino e poi sugli scogli ad asciugare
E' che certa motivazione dorme satolla finché dura l’ombra. Poi la smette, e non sopporta. Non oltre. Non un pasto in più.

Sapete cosa ricordo, meglio, del mio primo anno di scuola? Che giocavamo tutti, mentre ci assegnavano i ruoli.

29 commenti:

  1. eh no cazzo....Al...mi tocca volerti bene mio malgrado!

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  2. ah...dimenticavo...che cazzo me ne frega se sia stato il caso o il destino? di fatto c'è questa luce che ogni tanto, raramente, mi illumina.

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    1. "sono i fari puntati sul campo dei trattori che stanno trebbiando" (la conosci la canzone?)

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    3. No,appartengo ad un'altra era, credo.
      Sarà per quello che mi piace "Cartagine"

      Ho reinserito il commento perchè una g pareva una q...sto assaggiando un pignoletto 97% con albana 3% con lieviti naturali in bottiglia....forse è questo che mi rende "pignolo"..

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    4. maddai, quale? io ho scritto una canzone che si chiama Cartagine, una volta...

      (che periodo di numeri percentuale a profusione dentro alambicchi e bottiglie...! bello l'autunno)

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    5. ah ma allora sono definitivamente svergognato! :P

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  3. che bella descrizione dei caratteri umani.. vi appartengo sicuro, uno degli autunnali! :)

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    1. "che sara' quell'ombra in fondo al viale di casa mia" (citazione da canzone autunnale per caratteri autunnali)

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  4. " Capita di sedersi allo stesso tavolo e di fissarsi a lungo le mani. Ognuno le sue."
    La trovo una frase intensa,una sensazione spesso provata.
    Appartengo a quella specie.

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. già i fatti umani hanno questa tendenza, a sbucare , e incredibilmente anche se siamo così tutti diversi, molti accadimenti si assomigliano tra loro, e le nostre reazioni sono assurdamente simili a quelle di qualcun altro, che magari manco ci piace tanto. Così reralmente restiamo a quel tavolo affollato, guardandoci le nostre mani, le solite notre mani.

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    1. ADESSO MI CI VORREBBERO DEI GUANTI CHE FA FRESCO... :)

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  7. notre man de Paris :D
    ma chi è che non ti piace tanto e che reagisce come toi?

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  8. non tutti fanno del coraggio della libertà
    la propria fede di vita, come te.

    marianna

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    1. no guarda, quella della fede era santa lucia... :)))

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  9. ho il giardino pieno di funghi ... matti ovviamente ..invasa da funghi ,,,, e la mia vita invasa da eventi ... eppue in fondo in fondo e sempre piu' ..una vocina inneggia alla fuga ... campestre o rurale che sia .... purchè si fugga via :-) .....
    ciao Silvia

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    1. cancellata la possibilita' di accatastarsi al rurale, ad oggi pare davvero restino solo i campi. ma ci deve essere un trucco anche li'. tocchera' che si cominci a crescere sulla pelle della gente..

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    2. uhm che ci si i trucco oppure no ... oramai il rurale è occupato da gente che ci abita per dire sto nel rurale .... mah .. bisogna andare piu' il là..certo non verso l'ascetismo .. ma occupando spazi che gli altri credono estremi e che invece son sinonimo di pace ....i campi si ma quelli non nella pianura avveleneta ..bensi nella colllina ( o x chi ha le palle nella montagna) incantata :-) si

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    3. da qui si passa in francia anche via montagna. non sai quante fortificazioni e caserme si incontrano.

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    4. credo a mio modestissimo parere che il problema non sia oltreppasare montagne colline o frontiere ma ... sparire negli spazi ... non so se riesco a spiegare .. per fare yun esempio che bisogno c'è di andare in francia .. basta vibvere magari nelle zone di confime quelle che nessuno vuole abitare ... rendersi cone dire trasparenti al matrix se si riesce .. se ce la si fà ovviamente

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    5. :) no e' che quando ho letto "montagna" mi e' venuto in mente che qui e' discretamente colonizzata.. :P io vivo sui confini da una vita, cmq...

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    6. eh lo so siamo in tanti e per stare un po " da soli " vale il detto che si deve trovare un postoa buco di ... oppure una macchina del tempo per tornare nel passat ..nella valle magica dei briganti :-) ...ma forse anche questa è solo un allucinazione mentale dettata da un ammanite muscaria ...notte pex

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    7. soli... si sta da soli facilmente e direi quasi di regola. io penso che al contrario, se c'e' una soluzione alla rovina, sia in direzione opposta. buongiorno :)

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    8. cioè la compagnia ?... beh puo' essere non a caso le esperienze di vita migliori in questo paese secondo me sono quelle degli eco villaggi ...delle piccole comunità o cumuni diverse tanto per usare le parole di vasco ,,, ma ... mi sa che sto andando fuori tema .... :-)e buona sera!

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    9. in direzione opposta alla montagna al limite ci sarebbe il mare, non la campagna. ma io intendevo in direzione opposta... all'isolamento. gli ecovillaggi, e parlo con cognizione di causa, qui da noi almeno, sono comunita' di persone alla si salvi chi puo'. non tutti puo'. e non isolano dalla china che abbiamo imboccato. anzi, ne sono fulgido esempio.

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