Se fossi un troiano, sarei Cassandra. Chi se ne frega degli eroi esagitati con tutte le loro fisime da Dei convinti che ostentano sapere, volere e tenacia? Sai che noia! Io voglio la resa davanti all’evidenza. Il miracolo senza cui non si puo’ stare. Io voglio un altare di pietra e pelli di bestie scannate. Conciate. E grezza, la lana, voglio intorno al collo. Voglio i velli e i confini del non ritorno. Voglio crescere come l’edera sui muri, voglio improvvisamente comparire. Come la bellezza sa fare, come tutti fingono di capire. Hai davanti quattro carte questa notte, ognuna e’ un destino. Ci sono quattro tarli diversi, c’e’ il fuoco del camino e Cassandra si piega in avanti e sorride allungando la mano. Prende dal tavolo un foglio di carta e i colori, e saluta con lo sguardo distratto. S’affaccia sospesa sul pozzo, infinito. Socchiude le labbra, non ha piu’ saliva. E qualcosa le parla, e’ una voce, sicuro, ma bisognerebbe provare. Qualcuno crede che attinga, mentre lei strilla, perche’ e’ la sua stessa vita a farle cosi’ tanto male. E nessuno la stima. Nessuno le dà retta. Nessuno le bacia la bocca rossa come la terra. Nessuno la trapassa senza lasciare impressioni, niente l’attraversa abbastanza in fretta. Cassandra ha gli occhi svelti che accolgono il tempo, e la neve e la legna e i turbini grigi sulla sciarpa, prima ancora che arrivi l’inverno.

Leave me alone, Cassandra


(immagine di copertina: Francesca Anita Modotti)

domenica 26 febbraio 2012

APPUNTI PER UNA TESI SUL VAGABONDAGGIO (PARTE TERZA)



(Fleur en tige, Eri Haka)





Accessori desiderabili, per la semplice permanenza in loco, non sono gli sguardi, che malgrado se ne dica il contrario, passano per tutti come passa pure la vita. A voler ben capire quindi quali gadget risultino utili quando la tenda è piantata in terra, forse dovremmo preoccuparci della notte, della fonte e del sole al mattino. Perché la notte è buia, e una torcia o anche solo un accendino possono risultare persino comodi. Perché la sete è brutta, e potrebbe costare caro fare mille passi invece di cento. E perché il sonno è dolce, e non a tutti un faro piazzato sul muso vale indifferenza. 
Motivazioni solide, per la semplice permanenza in loco, non sono i baci, che malgrado se ne dica il contrario, conducono malattie curabili le quali raramente costano la vita. A voler ben comprendere quindi quali fatti risultino necessari affinché la tenda rimanga ben inchiodata al terreno, certo dovremmo indagare ancora sulla notte, sulla fonte e sul sole del mattino. Perché le stelle sono favole imperdibili e innumerevoli, e vale la pena impararle bene e saperle dire a menadito. Perché l'acqua è il centro del mondo, e dislocati si conserva la possibilità di rimanere invisibili. E perché il sonno è dolce, ma l'alba allunga i giorni e li fa più saporiti.
Necessità assolute per la semplice permanenza in loco non sono esenti dall'eversione, dalla ribellione naturale contro ogni dipendenza. Bastano uno sguardo e un bacio alle volte, come può andare bene anche una assoluta assenza. Quindi si vive e si ama, è sicuro, ma qualsiasi cosa con ciò si intenda, questo non ha nulla a che vedere con 4 chiodi piantati per terra.

28 commenti:

  1. e per tetto un cielo di stelle? (Cinzia)

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    1. milioni di anni di evoluzione per riuscire a coprire la luna con un soffitto...?

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  2. (non so mica se arrivi a settembre)
    spero intanto che tu abbia una scorta di chiodi
    perchè qualsiasi cosa tu intenda
    se li perdi quei quattro
    poi è un casino quando sposti la tenda!

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    1. guarda, ti diro', io in genere non la fisso nemmeno, la tenda... mi limito a metterla in posti dove non si possa essere portati via da venti violenti, e mi ci rannicchio dentro.

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  3. si può sempre fare entrare un cielo in una stanza :) C.

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    1. quella canzone parla di un bordello. facciamo riaprire le case chiuse?

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  4. mi hai rovinato tutta la poesia :(

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    1. dai, suona una armonica. non ti sembra un organo che vibra per Gino Paoli e la sua amica...?

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. cazzo, ho cancellato il commento sopra! lo riscrivo: "ps mi sa che a Gino ormai per vibrare qualcosa serve una puntura di vasodilatatore direttamente sull'armonica.... (tanto per ripassare un attimo col tir sulla poesia di cui sopra"

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  5. ah era un altra armonica a bocca? bisogna dire che la suonava assai bene per fargli vedere le stelle attraverso il soffitto (magari con delle crepe,tanto per dargli sotto spoetizzare)

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    1. era una casa socchiusa, allora. o magari terremotata.

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  6. vorrei fare una aggiunta di apostrofo e anche di una a davanti a spoetizzare

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    1. a quest'ora ci vedo talmente poco che potresti metterci anche un esclamativo, al posto degli apostrofi....

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  7. resto comunque fermamente convinta che preferisco avere un soffitto di mattoni e cemento armato anche senza armonica piuttosto che una improbabile tenda (ricordi di gioventù bruciata ormai)

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    1. quando una casa socchiusa diventa terremotata, la gente rivaluta le tende. inoltre mi dicono che in presenta di cemento, la gioventu' bruci piu' in fretta.... ma bon...

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  8. cazzo non mi viene una risposta con-sona

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  9. dai vai a dormire. la notte porta consiglio...

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  10. Parole di folgorante saggezza.
    E dopo aver così acclamato il profeta, la folla se ne andò felice e con tenda... :)

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    1. ...magari la folla non usasse abitualmente chiodi!!!!!

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  11. ...cerchiamo un'illusione di sicurezza nelle mura di cui ci circondiamo, ma la nostra casa dev'esser fatta d'altro che di mattoni...

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    1. infatti a Pescomaggiore mi hanno raccontato la storia dei tre porcellini a rovescio... :)

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