(Fotografia di Francesca Anita Modotti)
La prima
linea costava cara. Da mantenere. Perché sì, ispirarsi a Serse era stato
affascinante, ma dire che fosse stato anche produttivo, beh, certo non si
poteva. Del resto anche quando fu nel carnaio delle Termopili, erano bastati
pochi spartani a impedire il passaggio dell'enorme macchina da guerra persiana.
Ci avevano perso la guerra quelli, appresso a pomposità come la definizione
di Immortali, o generi di altre frasi quali "abbiamo la
forza e il numero dalla nostra parte". Certo! Quindici giorni bloccati
su di un passo con la sola strategia di ammassare carne e morti all'imbocco
stretto, erano stati addirittura sufficienti a portare il miracolo a
compimento. E prima la costellazione di polis s'era fatta massa unica, e poi
s'era armata e organizzata. Quindi mantenere la prima linea così agguerrita,
era stata una spesa esorbitante, ma più che altro rovinosa. Si spendono energie
e soldi alle volte senza fallire. Invece altre volte si spende tutto quello che
si ha, invano. E allora non resta che afflosciarsi. Il tempo non ha che una
regola: passa. Quello passa e non sai mai cosa produce. Per questo è bene
considerare che la Terra gira, che oggi è estate ma domani non lo sarà, e che
anche l'universo in qualche modo si muove. E muovendosi lascia scarse briciole
alla speranza. E' vero, al contrario della strategia opulenta persiana, la
speranza sopravvive anche mangiando i cocci e la polvere. Ma il fatto è che il
tempo ha la sua regola, e anche la polvere alla fine finisce. Così in genere è
buon costume prendere il proprio orgoglio e masticarlo come si fa col mastice.
E lasciarsi febbricitanti fissazioni alle spalle. E' bene socchiudere gli occhi
e non pompare, non gonfiarsi, non allettarsi con splendide parole senza senso.
E dichiararsi osceni, se si è così. O cretini. O vasi di vetro, o vasi di
ferro, o vasi da notte. E' meglio, di sicuro è meglio, mangiare la neve quando
cade, e bearsi del sole quando si è giovani. Quando la tintarella ha il suo bel
motivo d'essere, e non c'è ancora sulla pelle nessuna ruga, nessuna linea
scavata dagli anni. E' bene conservare le suppliche per quando non ci sarà
altro da spendere che quelle, e fare di tutta l'erba un fascio quando la corsa
impazza, la curva stringe e hai solo un minuto per scegliere. Così la prima
linea costava cara, da mantenere. E non era più tempo di teatrini e commedie,
ne' di tragedie, ne' di attori che al sipario pigliano applausi, pochi soldi e
pagano il conto di un principio. O di uno stile. O di un vestito. O di un'epoca
che ormai nemmeno gli appartiene più.
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