(Fotografia di Francesca Anita Modotti)
"E voi, appassionati fruitori d'altri inganni, avete piu' paura del branco o dell'esclusione?"
(NARKOTIKA E LE SUE FIGLIE, Narkotik-A)
Piccoli
misteri coi buchi negli occhi passarono parola ai loro fratelli, e quelli,
messi a parte di profumati segreti, li scaricarono gravosamente ai cugini
distratti. A quel punto, i cugini, perduta la propria leggerezza in fatto di
respiro, accusarono tutto il quartiere di aver ordito trame contro essi stessi,
e si impiccarono al primo chiodo arrugginito che trovarono sul muro, dato che,
del non saper respirare, è meglio dare la colpa a un colossale piano di
sapienti sotterfugi tramutati in corda e forca, piuttosto che ammettere di
essere nati con il tarlo ai polmoni, o peggio di essersi buscati una silicite
col lavoro in miniera, incapaci di fare altro se non sottomettersi al carbone,
all'emigrazione, al Belgio e al suo re schiavista.
I piccoli
misteri coi buchi negli occhi si trovarono coi fratelli per discutere gli
effetti del loro gioco di informazioni sussurrate alle orecchie e deliberarono,
dopo animata discussione, che sarebbe stato meglio, in futuro, non tentare di
aggiungere pezzi di metallo e anellini e chiodi ad altre parti del corpo. E che
i fori, nei lobi e nelle pupille, erano già sufficienti a chiudere ogni ponte
col resto del genere umano, a tracciare un segno di appartenenza tribale senza
stare lì a vedere se quelli, gli altri umani, avevano la pelle di un colore
piuttosto che di un altro. Fu una decisione semplice, dato che a quel tempo, il
mondo, si estendeva dal deltoide al monte di Venere, e non di un passo in più.
Tutti insieme, quindi, sbarrarono le vie che conducono al cuore con montagne di
grasso e nicotina e si barricarono in cantina, come buon barbera da nobilitare
in barili di rovere.
Un giorno
però, alla porta, bussò uno sconosciuto glande col buco sulla testa, e si mise
a urlare dopo un po' che nessuno gli rispondeva. Non voleva bere, rassicurava,
voleva solo morire in un angolo caldo e riparato dal sole. Caldo sì, ma non
bruciante, e umido, possibilmente, anche se questa qualità dell'ambiente non
era indispensabile a che si decidesse a crepare.
Così i
piccoli misteri coi buchi negli occhi e i loro fratelli guardarono il pavimento
e le pareti della stanza. Una crepa si apriva a due passi dalla botte, nel
fondo freddo di quella cantina. E l'offrirono al glande, dopo una superficiale
analisi condotta in ecoscandaglio, senza molto ragionare su quali ripercussioni
avrebbero avuto le morti consumate dentro un tumulo in pietra.
E fecero
male.
Difatti, il
fantasma del glande, non ci mise molto, dopo aver abbandonato il corpo, a
tornare per tormentarli. Fu così che i fratelli dei piccoli misteri coi buchi
negli occhi si lasciarono attraversare. E che le parole, caricate di nuovi
significati e altri neologismi coniati in un ultimo sospiro, penetrarono nel
cranio e nel vocabolario.
Glande Glande Glande sclitta da Tony Lenis x Mina (via non mi vengono mai commenti intelligenti ai tuoi post)
RispondiEliminaAHAHHAHAHAH evviva i commenti demenziali. o come cantava quel tale, meglio male...
Eliminasembra di leggere Jodorowsky in crisi di astinenza da droghe pesanti:)
RispondiEliminami sa che le canne ti fanno un baffo, col whisky o whiskey (ora non ricordo cosa preferisci) eri già messo bene (dico di là) e qui che dire?
mi sembra roba buona;)
cara, non ci crederai, ma questo e' il periodo piu' sobrio della mia vita. tra l'altro penso che siano i trip a leccare Jodorowsky, e non viceversa... :)
EliminaVertiginosamente bello, questo pezzo.
RispondiEliminaSulla frase in epigrafe, per quanto mi riguarda:
paura del branco ENORME
paura dell'esclusione ZERO.
cio grazie di aver risposto a quella domanda. ti adoro :)
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