Se fossi un troiano, sarei Cassandra. Chi se ne frega degli eroi esagitati con tutte le loro fisime da Dei convinti che ostentano sapere, volere e tenacia? Sai che noia! Io voglio la resa davanti all’evidenza. Il miracolo senza cui non si puo’ stare. Io voglio un altare di pietra e pelli di bestie scannate. Conciate. E grezza, la lana, voglio intorno al collo. Voglio i velli e i confini del non ritorno. Voglio crescere come l’edera sui muri, voglio improvvisamente comparire. Come la bellezza sa fare, come tutti fingono di capire. Hai davanti quattro carte questa notte, ognuna e’ un destino. Ci sono quattro tarli diversi, c’e’ il fuoco del camino e Cassandra si piega in avanti e sorride allungando la mano. Prende dal tavolo un foglio di carta e i colori, e saluta con lo sguardo distratto. S’affaccia sospesa sul pozzo, infinito. Socchiude le labbra, non ha piu’ saliva. E qualcosa le parla, e’ una voce, sicuro, ma bisognerebbe provare. Qualcuno crede che attinga, mentre lei strilla, perche’ e’ la sua stessa vita a farle cosi’ tanto male. E nessuno la stima. Nessuno le dà retta. Nessuno le bacia la bocca rossa come la terra. Nessuno la trapassa senza lasciare impressioni, niente l’attraversa abbastanza in fretta. Cassandra ha gli occhi svelti che accolgono il tempo, e la neve e la legna e i turbini grigi sulla sciarpa, prima ancora che arrivi l’inverno.

Leave me alone, Cassandra


(immagine di copertina: Francesca Anita Modotti)

venerdì 18 maggio 2012

GUERRA


(Probabile ritratto di Crazy Horse, immagine dal web)



"E voi, ciarpame di possibilita’ sprecate? Preferireste fosse stato il destino o il caso a favorire questa luce che vi investe?"
(NARKOTIKA E LE SUE FIGLIE, Investitura)



Dal contrario proviene il diritto. A noi pare così. Forse perché scendiamo dal colle d'estate quando l'aria, pregna di effluvi giallastri, s' ingrigisce e lascia imbizzarriti gli idioti. Colonne di auto spalmano sudore e lacrime sull'arenile e le stelle si nascondono bene dietro il manto della notte. Mi guardi e sorridi, e il sorriso è tirato. Tendo l'elastico della mia fionda d'ulivo. Prendo la mira ed esplode il lampione. Non sono stato io, lo giuro, canticchio mentre il falco ci osserva cerchiandoci il cielo. Al bar del paese, intanto, la bocciofila al gran completo fa discorsi avvinazzati. Più nuotiamo nel liquido e più ci sappiamo fare fregio di quel che non conosciamo. L'assenza del conflitto ci logora in un tempo assoluto che vive al di là delle siepi. Oltre quel vespro non sopravviveremmo. Così ci mettiamo in coda prima che venga natale. La verità è che solo una guerra può colorarci di rosso e di nero. E' l'attimo in cui esisteremo, quello che cancellerà per sempre il mio e il tuo disprezzo.
La sofferenza patteggia la pena, dice Cassandra, ignorando che ogni dolore si nutre del volersi rimandare. E che ogni luna nuova può essere un oltraggio. Da cancellare. 

6 commenti:

  1. La ragione porta in una direzione, il cuore va dalla stessa parte, il piede li segue. Fionda di ulivo eh? :)

    RispondiElimina
  2. Cara Cassandra, ormai le guerre si combattono con la forza del pensiero infatti vedi intorno quanti corpi si agitano perpetuando stanche vite vuote delle forme pensiero che dovrebbero sorreggerle?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cassandra la mandarono a scuola ai tempi in cui, nelle aule, si insegnava che "ormai" c'era l'ONU e tutto il mondo viaggiava sereno verso un orizzonte di pace e ragionevolezza. Cassandra, da piccola, ha vissuto in un mondo inesistente, posto dall'immaginario indotto, sul Monte degli Ormai. Dice Cassandra che ogni giorno e' la preistoria, altro che "ormai"... Brandite una clava, dice Cassandra...

      Elimina
    2. bene chiederò al dio vulcano di forgiarne in quantità, ferrate e chiodate di varie taglie!

      Elimina
    3. dice Cassandra di lasciare perdere il dio Vulcano e di farsi un giro nel bosco. bastano i nodi...

      Elimina