Se fossi un troiano, sarei Cassandra. Chi se ne frega degli eroi esagitati con tutte le loro fisime da Dei convinti che ostentano sapere, volere e tenacia? Sai che noia! Io voglio la resa davanti all’evidenza. Il miracolo senza cui non si puo’ stare. Io voglio un altare di pietra e pelli di bestie scannate. Conciate. E grezza, la lana, voglio intorno al collo. Voglio i velli e i confini del non ritorno. Voglio crescere come l’edera sui muri, voglio improvvisamente comparire. Come la bellezza sa fare, come tutti fingono di capire. Hai davanti quattro carte questa notte, ognuna e’ un destino. Ci sono quattro tarli diversi, c’e’ il fuoco del camino e Cassandra si piega in avanti e sorride allungando la mano. Prende dal tavolo un foglio di carta e i colori, e saluta con lo sguardo distratto. S’affaccia sospesa sul pozzo, infinito. Socchiude le labbra, non ha piu’ saliva. E qualcosa le parla, e’ una voce, sicuro, ma bisognerebbe provare. Qualcuno crede che attinga, mentre lei strilla, perche’ e’ la sua stessa vita a farle cosi’ tanto male. E nessuno la stima. Nessuno le dà retta. Nessuno le bacia la bocca rossa come la terra. Nessuno la trapassa senza lasciare impressioni, niente l’attraversa abbastanza in fretta. Cassandra ha gli occhi svelti che accolgono il tempo, e la neve e la legna e i turbini grigi sulla sciarpa, prima ancora che arrivi l’inverno.

Leave me alone, Cassandra


(immagine di copertina: Francesca Anita Modotti)

mercoledì 23 maggio 2012

PERSEVERANZA



"Non perdere tempo a numerare i cadaveri. E' il colpo d'occhio che conta"
(Anna, Pirro al mercato)




Quando le cose sono sbagliate, anche se fai finta di niente, quelle restano sbagliate.
Magari adesso leggi e ti viene da dire che gli altri non se li meritano i nostri errori, che non si meritano di pagare le conseguenze. Ho indovinato? 
E di aggiungere, ti viene, che se non abbiamo il coraggio, la chiarezza, la forza, la voglia di compiere ciò che da compiere c'è, malgrado sappiamo bene cosa sia, gli altri non devono essere massacrati a causa nostra. Giusto?
E sia, te lo concedo e faccio finta. 
Faccio finta di non sospettare che gli altri si accorgano pure loro e benissimo dell'errore.
(Ma dimmelo in gran segreto, qui dentro l'orecchio... tu ci credi che non se ne accorgano? Perché dovrebbero essere diversi da te e da me? Perché non dovrebbero piuttosto accorgersene e far finta come facciamo noi?)
Comunque sia, una promessa è una promessa, diceva uno stronzo, e così come promesso te lo concedo... gli altri non devono pagare per i nostri errori. 
Quindi? Non sbagliamo oltre? 
Ma va... quindi sopportiamo e perseveriamo nell'errore. Finché il tempo non basti più ad arginare il tempo.
Che ci importa della felicità, del resto?
Ecco, se fosse di felicità che si sta parlando, sarei anche d'accordo. La regalerei come un paio di scarpe rotte alla pattumiera, sicuro.
Ma a me sembra che sia altro ciò che sta in mezzo al tavolo, sul piatto. Come un'ombra grigia, come la spina, come la consapevolezza che alle volte ti attraversa in diagonale la fronte e ti appende gli angoli delle labbra verso il basso.
Quando le cose sono sbagliate, anche se fai finta di niente, quelle restano sbagliate.

22 commenti:

  1. detto in altro modo, quando va bene riteniamo di correggere con perseveranti correzioni minime i perseveranti errori, quando va bene pensiamo che tanto dietro a ogni azione buona o meno buona c'è qualcosa di buono, quando va bene ci rendiamo conto degli errori altrui, quando va bene ci assolviamo perchè la colpa è degli altri o di qualche nostra tara genetica irrimediabile, si trova sempre il modo perchè tutto vada bene, ogni malazione trova una sua giustificazione, basta impegnarsi e la si trova, oppure si copre tutto e si fa finta che non ci sia o ci si costruisce un'alibi per l'ora in cui qualcuno ha messo le dita nella marmellata;)
    del resto, Cassandra, che altro fare?

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  2. "un'altra vittoria cosi'... e sono rovinato" (Pirro, re dell'Epiro) http://www.youtube.com/watch?v=B1Wz6xEAv-A

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    1. visto:) datato, ma ever green:(

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    2. qui ci saranno 90 gradi, caldo umido hai presente il congo?

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    3. si, dopo la grandine e' arrivato pure qui, il congo. cmq ci ha tirato a terra giusto l'insalata.

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  3. Veramente m'importa... anche della felicità. (sucre)
    Che vuoi farci... persevero. (bel post).

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  4. Non vedo la foto. Ma esiste la foto?... o è un bel buco nero? (sempre sucre)

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  5. io continuo a zappettarci intorno, ma così rimangono: sbagliate! :/

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    1. ci puoi anche piantare il timo... sempre sbagliate restano...

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  6. mi chiedo se l'alternanza possa servire… le lascio lì, vado a piantare altrove!

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  7. l'alternanza mi ha sempre fatto pensare agli orologi a pendolo o a cucu'... cucu' cucu' :)

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    1. mi rendo conto; ma giacché rimango poco perseverante (a lungo andare) lascio che il mio pollice sia arcobaleno… :)

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    2. quindi, suppongo, che al posto della mano tu abbia una pentola d'oro!!!!!

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    3. eh, come no.. me lo ridisegno sempre, mi si son esauriti i colori ;(

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    4. fai una pentola color carne, ma piena d'oro allora...

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  8. Se non facesse finta la razza umana si sarebbe già estinta.

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  9. Credo che nella maggior parte dei casi non ci sia mai veramente l'intenzione di ferire gli altri con le nostre azioni..o l'intenzione di far pagare agli altri i nostri errori. Il fatto è che a volte, gli altri ci capitano di mezzo perchè loro malgrado si trovano a gravitare attorno a noi..se potessi, non farei mai soffrire nessuno..e comunque è così..quando le cose sono sbagliate, anche se fai finta di niente restano sbagliate..e io lo so bene..

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    1. immagino che statisticamente la stupidita' (ineluttabile giogo degli umani, un vero e proprio bug... o sara' un bug della stupidita', l'intelligenza? :) ) faccia piu' danni della cattiveria. e che la svista sia piu' offensiva della mira. se non altro per una fondata sfiducia nelle capacita' realizzative della maggioranza :)... perseverare resta in ogni caso diabolico :)))

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    2. Si..perseverare è diabolico :) Lo dico sempre anche io :)

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