Se fossi un troiano, sarei Cassandra. Chi se ne frega degli eroi esagitati con tutte le loro fisime da Dei convinti che ostentano sapere, volere e tenacia? Sai che noia! Io voglio la resa davanti all’evidenza. Il miracolo senza cui non si puo’ stare. Io voglio un altare di pietra e pelli di bestie scannate. Conciate. E grezza, la lana, voglio intorno al collo. Voglio i velli e i confini del non ritorno. Voglio crescere come l’edera sui muri, voglio improvvisamente comparire. Come la bellezza sa fare, come tutti fingono di capire. Hai davanti quattro carte questa notte, ognuna e’ un destino. Ci sono quattro tarli diversi, c’e’ il fuoco del camino e Cassandra si piega in avanti e sorride allungando la mano. Prende dal tavolo un foglio di carta e i colori, e saluta con lo sguardo distratto. S’affaccia sospesa sul pozzo, infinito. Socchiude le labbra, non ha piu’ saliva. E qualcosa le parla, e’ una voce, sicuro, ma bisognerebbe provare. Qualcuno crede che attinga, mentre lei strilla, perche’ e’ la sua stessa vita a farle cosi’ tanto male. E nessuno la stima. Nessuno le dà retta. Nessuno le bacia la bocca rossa come la terra. Nessuno la trapassa senza lasciare impressioni, niente l’attraversa abbastanza in fretta. Cassandra ha gli occhi svelti che accolgono il tempo, e la neve e la legna e i turbini grigi sulla sciarpa, prima ancora che arrivi l’inverno.

Leave me alone, Cassandra


(immagine di copertina: Francesca Anita Modotti)

lunedì 14 maggio 2012

STRUZZI



(Immagine dal web)




E così le bugie si fecero più complicate, si intricarono i nodi e venendo al pettine causarono molto dolore. Questo capita a non curarsi della campagna per anni e poi pretendere di sbrogliare i rovi senza usare diserbanti. Il patto di non belligeranza è sempre una tregua armata che rompe i timpani del meno audace alla prima occasione, certo, ma pochi lo sapevano e tutti comunque tiravano il freno in quei giorni, perché in fondo a stare peggio c'era sempre tempo e la speranza è peggio dell'eroina. Più a buon mercato e sempre disponibile, volendo. Allora ognuno, anche quelli che conoscevano della linea retta e della retta via le peggio cose, aprivano il paracadute e si occupavano soltanto di non mettere piedi in fallo. Fallo o non farlo, canzonavano i paraculi. Ma lo sguardo non reggeva. Come se tutto questo fosse stato non il prodotto della negazione di Madama Paura, facevano, poveri stolti. I parolai intanto si cucivano le orchidee sopra le giacche e discutevano sull'identità del dio minore e sul sesso degli angeli. Qualsiasi vociare, piuttosto che udire il boato.
Adesso fissa lo sguardo nel mio sguardo e ammetti la tua paura, disse Cassandra. Guarda al tempo per i secondi che lo compongono e non perderne uno. Non un altro ancora.
Ma Cassandra parlava nelle teste di tutti, e tutti si credevano pazzi.
Il risultato fu che ogni volume di voce, radio, tv, e computer venne alzato al massimo.

9 commenti:

  1. già il titolo dice tutto...
    e poi quel finale...davvero azzeccato..!!
    ciao grande Kap...

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    1. non e' un finale grande Luisa... il finale, dice Cassandra, sara' un grande boato seguito da uno sterminato silenzio. baci

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    2. sì...certo...non mi stupisco...
      mi riferivo al gran rumore scatenato da radio tv ecc... :-)

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    3. ..e dalle voci delle persone... buongiorno grande Luisa.

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    4. Buongiorno grande Kap...sono già andata e tornata da Ceva...ed eccomi qua :-)
      ...sì...le voci....sempre troppe...

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  2. emmma però non è che uno può star via quasi un mese e poi quando torna tira su sti mal de panza!
    ecccerto che ha ragione, ma inzomma:(

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    1. la conosci Cassandra... in genere quando sta via un mese la gente tira un sospiro di sollievo. mica a caso...

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  3. la gente, ma non tutti, ché c'è qualcuno che adora il silenzio, ma non la solitudine in pensiero :)

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